«Benvenuti in casa Espoito non è un libro sulla camorra, ma dentro la camorra – scrive l’autore nella postfazione dell’opera –. Ne esplora la sua quotidianità. Ne offre una visione dal basso, non dall’alto.
Certo, è un romanzo, e come tale va considerato. In alcune parti potrà sembrare eccessivo. Credetemi, non è così. Io non ho fatto altro che registrare e illustrare, mediante il formidabile strumento dell’ironia, fatti e personaggi che a Napoli si verificano e si incontrano tutti i giorni. Chiamatelo realismo comico, se volete.
Più che in qualsiasi altro posto del mondo, a Napoli la realtà supera ogni fantasia»
Pino Imperatore
Alla morte del padre, “stimato” e temuto boss della camorra, Tonino non diventa il suo legittimo erede perché evidentemente e naturalmente inadatto al ruolo, essendo goffo, imbranato e per nulla fortunato. Al suo posto viene “designato” Pietro ’o Tarramoto accompagnato dai suoi fidi e mal assortiti scagnozzi Tatore Mezarecchia e Ciruzzo ’o Schiattamuorto
Tonino, però, in virtù del rispetto dovuto al defunto genitore, riceve dal clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita; invece si intestardisce a voler imitare le gesta paterne, fallendo miseramente ad ogni tentativo. Potremmo definirlo in sintesi un “antieroe tragicomico e decadente”, afflitto da incubi e visioni. Per fortuna, ad alleggerire le sue pene c’è il Capitano, la “capuzzella” di un fantomatico ufficiale spagnolo custodita nel Cimitero delle Fontanelle, a cui lo sfortunato Tonino confida le proprie preoccupazioni.
Ma i personaggi che si muovono intorno al nostro protagonista sono vari e bislacchi: la moglie Patrizia, donna passionale e di carattere; il suocero Gaetano, il cui passatempo prediletto sembra essere quello di schernire sua moglie; i figli Genny e Tina, tanto diversi quanto indifesi; padre Francesco, giovane parroco anticamorra. Non mancano due animali domestici quasi umani: Sansone l’iguana e Giggetto il coniglio.